Avevamo già parlato dei Degrees of Truth tempo fa, in questo articolo sulla scena metal italiana. Più di recente avevamo intervistato la loro cantante, la talentuosissima Claudia Beltrame. Insomma, questa band è sul nostro radar da tempo e c’era una certa curiosità di vedere cosa avrebbero prodotto con il contributo della nuova cantante.
Qualche settimana fa è giunta la risposta sotto forma del nuovo album “Alchemists” uscito sotto le insegne della Scarlet Records, benemerita casa discografica con cui i DoT hanno firmato ad inizio anno.
Preceduto da tre video pubblicati su Youtube tra Aprile e Giugno, l’album è uscito il 23 Giugno 2023 con un sontuoso Launch Party avvenuto il giorno successivo nel gremito Legend a Milano, col supporto dei Reasons Behind e dei FROGG e con Rehn Stillnight delle Nocturna come special guest.
La domanda a questo punto viene naturale: è valsa l’attesa, questo nuovo album?
Prima di rispondere, sgomberiamo il campo da qualsiasi potenziale equivoco: chi scrive considera da tempo Claudia una delle cantanti più talentuose e poliedriche sulla scena attuale; quando ai DoT, che ho scoperto quando lei è entrata nella band, ne sono rapidamente diventato fan.
Detto questo, la mia risposta per quanto umanamente possibile oggettiva ed imparziale è sì, decisamente è valso l’attesa. Questo “Alchemists” infatti non solo mostra la grande maturazione ed evoluzione compiuta dai Degrees of Truth ma costituisce un nuovo punto di partenza, una base per conquistare ulteriori e più alte vette.
Gianluca Parnisari, mente creativa e tastierista di eccelso livello, riesce nell’impresa di combinare al meglio la chitarra del simpaticissimo Daniele Brianza, il basso di Lorenzo Corsalini e la batteria di Luca Ravezzani, fondendo la musica alla voce di Claudia Beltrame.
L’album parte fortissimo da subito, con un’intro strumentale che a dispetto del titolo “Imperfect Concoction” è pressoché perfetta; Gianluca Parnisari inserisce nel brano omaggi a Zimmer e ad altri grandi compositori contemporanei per poi passare a “Godless Symphony”, dove la splendida voce di Claudia ha modo di dar prova di sé, ben sostenuta dalla chitarra di Daniele Brianza nonché dal basso e dalla batteria in un brano symphonic metal che non sfigurerebbe in un album degli Epica (del resto Claudia stessa ci aveva raccontato nella sua intervista di trovarsi particolarmente a proprio agio nel cantare i brani di Simone Simons.).
Dopo questa brillante partenza l’album prosegue, sorprendendo brano dopo brano con influenze progressive, symphonic (e del resto con una voce come quella di Claudia, veterana del tributo ai Nightwish, sarebbe stato assurdo non introdurle) e financo elettroniche. Il tutto senza trascurare i testi, introspettivi e poetici.
“Over the tide” è un brano molto intimo ma potente che non può lasciare indifferenti.
Molto interessante il trittico delle canzoni centrali “Flightmare”, “Wreckage of a Lifetime” e “Misconnection” che costituiscono una sorta di piccola storia (un disastro aereo) con due possibili finali: il primo tragico (“Wreckage of a lifetime”, il finale mette i brividi e commuove), il secondo pieno di speranza (“Misconnection”, una ballad meravigliosa che permette alla cantante di fare sfoggio delle proprie capacità).
“Thread of Life” dopo un’intro elettronica di grande effetto ci offre un ritmo incalzante e sonorità splendide inframmezzate da un intermezzo acustico, un brano che resta nella memoria. “Bound to Rise” declina il sound dei Degrees of Truth in chiave più “heavy”, sempre di grande effetto.
“Alchemists” infine chiude l’album con un brano ottimista e, perché no, autocelebrativo – raccontandoci di come l’incontro di sensibilità artistiche differenti, di “macchie sulla tela” di diverso colore e forma generino qualcosa di superiore alla somma delle parti, qualcosa che prima non esisteva – l’alchimia della Musica.
In conclusione, un album magnifico che segna una grande maturazione per la band.
Anche se non conoscete il metal provate ad ascoltarlo, forse scoprirete qualcosa che non sospettavate esistesse.